Onorevoli Colleghi! - Nella scorsa legislatura, mentre i problemi della giustizia richiedevano, e tuttora richiedono, interventi incisivi ed un ampio consenso politico, la maggioranza del Governo Berlusconi ha approvato uno dei numerosi provvedimenti ad personam, di cui hanno beneficiato molti imputati. Si tratta della legge 5 dicembre 2005, n. 251, recante «Modifiche al codice penale e alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di attenuanti generiche, di recidiva, di giudizio di comparazione delle circostanze di reato per i recidivi, di usura e di prescrizione».
Un provvedimento illogico laddove prolunga i termini di prescrizione per i reati meno gravi e li abbrevia per quelli che destano maggiore allarme sociale.
Si tratta di un provvedimento improntato ad una logica liberticida e demagogica, che punisce il recidivo nella commissione di reati minori e aggrava la già precaria situazione delle carceri italiane, mentre, in spregio al principio di uguaglianza, garantisce l'impunità per i reati gravissimi.
È inoltre deleterio perché peggiora la situazione delle carceri italiane in quanto ripropone modalità di applicazione della sanzione penale inconciliabili con i princìpi costituzionali: si rinuncia infatti al reinserimento dei detenuti attraverso uno